(5) Cucina di montagna: ricette tirolesi sulle Dolomiti trentine | In Trentino, in Alto Adige, in Tirolo. Le dolci spirali fritte degli Strauben attraversano le montagne senza cambiare – solo il nome varia di valle in valle. Curiosità linguistiche e la ricetta degli stràuli, come vengono chiamati a Primiero.

Il dolce da sagra per eccellenza: pochi ingredienti e squisitamente fritto!

Ha talmente tanti nomi – uno diverso per ogni valle – che lo riconoscerai più che altro per l’aspetto: una spirale irregolare di pastella fritta fino a doratura, cosparsa di zucchero a velo e accompagnata da una cucchiaiata di confettura di mirtillo rosso.

Strauben – tanti nomi, un'unica delizia

Per chi vive nell’area germanofona meridionale sono gli Strauben, con varianti locali come Striebli, Striebele o Strübliche. Sembra derivi dall’aggettivo straub (= crespo, scompigliato), ormai in disuso. Anche in Trentino il nome varia: stràboi, stroboi, stroboli, stramboi, stramboli, stromboi, più le varianti ladine – come fortaes in Val di Fassa – di tutt’altra etimologia.

A Primiero li chiamiamo stràuli! Un tempo si preparavano per Carnevale e alla vigilia dei matrimoni, oggi lo stand degli stràuli non manca mai alle feste paesane delle nostre montagne.

Preparare la pastella è facile, molto meno ottenere la caratteristica forma a spirale. Per versare l’impasto nell’olio bollente si può usare un semplice imbuto, da muovere in circolo, ma il consiglio è di procurarsi lo strumento creato a questo scopo: il cosiddetto Straubentrichter. In ogni caso, non scoraggiarti se i primi stràuli– e i secondi, e i terzi… – non ricorderanno esattamente una spirale… anche questa ricetta richiede esercizio.

 

La ricetta degli stràuli

Ingredienti per 4 spirali

3 albumi
sale q.b.
200 g farina
250 ml latte tiepido
20 g burro fuso intiepidito
3 tuorli
bicchierino di grappa

olio per friggere
zucchero a velo
confettura di mirtillo rosso

Procedimento

In una terrina montare a neve ferma gli albumi con un pizzico di sale e mettere da parte. In un’altra terrina sbattere i tuorli e aggiungere, alternando, la farina e il latte. Unire poi il burro fuso e la grappa. Infine incorporare delicatamente gli albumi. In una padella alta scaldare l’olio e con l’apposito imbuto versare la pastella nell’olio bollente disegnando una spirale, dal centro verso l’esterno. Friggere gli stràuli da entrambi i lati fino a doratura. Scolarli e farli sgocciolare per qualche istante su carta assorbente. Vanno gustati immediatamente cosparsi di zucchero a velo e accompagnati da poca confettura di mirtillo rosso.

Il mio consiglio: se non trovi la confettura di mirtilli rosso, scegliene una comunque acidula e non troppo dolce che bilanci il sentore di uovo e di fritto!

E in Alto Adige?

Eccetto qualche piccola variazione nelle grammature, gli Strauben dell’Alto Adige sono del tutto identici agli stràuli di Primiero. Assaggiali alla prossima sagra e prova a rifarli a casa!

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Lavori nella ristorazione e ti servono testi che facciano venire l’acquolina in bocca? Li scrivo io per te, tradotti dal tedesco o creati ad hoc.

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Qui scrive: Jessica Longo

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